Striano

Numero di abitanti
0
Stemma comune di Striano
Festa patronale
0 Gennaio

La Storia

Il centro era abitato fin da epoca preromana, come dimostra il rinvenimento di una necropoli del villaggio sorto nell’Età del ferro e nel successivo periodo detto “orientalizzante”, cioè tra il IX e il VI secolo a.C.
I primi abitatori del villaggio furono gli Opici, popolazioni indigene, che dissodarono il terreno e introdussero le prime e più redditizie colture: cereali, vite, olivi. A queste si sostituirono gli Etruschi, i Sanniti e poi i Romani. In età sannitica, il fertile territorio irrigato dal Sarno vide la realizzazione delle prime ville rustiche, vere e proprie aziende agricole.
Il grande terremoto del 62 d.C. e la successiva eruzione del Vesuvio del 24 agosto del 79 d.C., che seppellì parte delle campagne sotto una spessa coltre di lapillo e cenere, portarono morte e desolazione, costringendo la popolazione a scappare, abbandonando le fertili terre. Cominciò così per il villaggio un periodo di buio assoluto. Nel III – IV secolo la vita riprese; le ville rustiche ripresero la loro attività. Queste ville tardo-imperiali erano fornite di una pars dominica, diretto possesso del proprietario e una pars massaricia assegnata ai coloni-servi della gleba.

Nel 1066 viene eretta la diocesi di Sarno dall’arcivescovo di Salerno Alfano I, con la bolla convalidata da Papa Alessandro II, dove vengono specificati i confini della diocesi. Tra questi troviamo il toponimo Histricanum, che indicava il territorio alla destra del fiume Sarno, disseminato di capanne di paglia e fango, abitate da agricoltori e pastori. In una pergamena del 1107 del Monastero di Sant’Angelo in Formis il territorio strianese viene definito come una immensa palude estesa dal fiume Sarno ai limiti della foresta della Sylva Mala (nei pressi di Boscoreale). Ruggero, Signore di Lauro e di Striano, proprietario dei pascoli nella palude al Frasso di Striano, lo dona a Bonomo, priore della chiesa di San Pietro di Scafati.
L’inizio di una vera e propria ripresa di vita si ebbe solamente dal 1123 con la donazione fatta ai monaci benedettini del Monastero dei Santi Severino e Sossio di Napoli, da parte del Vescovo di Nola, Guglielmo, della chiesa di San Michele Arcangelo con l’annessa masseria. Grazie all’opera dei Benedettini, i terreni macchiosi vennero disboscati e furono rese coltivabili le aree paludose e migliorate le colture esistenti.
Nel 1188 il conte di Caserta Guglielmo di Lauro e il figlio Roberto, signori di Striano, concessero a Ruggero, abate del monastero dei santi Severino e Sossio di Napoli, e ai suoi successori, la facoltà di costruire mulini nel casale di Striano. Si formò così il vero e proprio centro abitato di Striano. Nel 1225 il territorio di Striano che da un secolo faceva parte della contea di Caserta, passò alla contea di Sarno in seguito all’arresto dei conti di Caserta da parte dell’Imperatore Federico XI. Così il conte di Sarno, Roberto I Vohburg divenne così anche signore del casale di Striano.

In epoca angioina, nel 1270, fu eretta la chiesa regia di San Severino Abate e nominato rettore don Simone de Foresta. Dal 1200 al 1400 Striano è appartenuto a diversi feudi e contee. Sotto gli Orsini il borgo fu cinto di mura munite di due porte di accesso: la Porta civica di San Nicola, unica superstite, e la Porta civica di Minicone. Nasce tra il 1400 e il 1500 l’Università della Terra di Striano, una comunità autonoma simile al moderno comune, con a capo un Sindaco e due eletti. Tale comunità si basava su di uno statuto municipale del XV secolo. Nel 1520 Striano passò al Marchese di Castellaneta e Vescovo di Catania, Nicola Maria Caracciolo, che lo tenne fino al 1529 fino alla confisca da parte degli Spagnoli, in quanto, vittoriosi sui Francesi, aveva parteggiato per questi ultimi.
Nel 1698 Striano diviene possesso della famiglia De Marinis (o Marino) fino all’abolizione della feudalità.
La città è stata travolta nel 1707 dalla caduta abbondante di piroclasti insieme ai comuni di Scafati, Torre del Greco e Boscotrecase. Danni alle coltivazioni, centinaia di feriti.
Il 12 febbraio 1718 il feudo della famiglia Marino si fregia del titolo di Principato.
Nel 1799 il principe Filippetto Marino prese parte attiva nei moti della Repubblica napoletana a favore dei francesi. Al ritorno dei Borboni nel regno, il 1º ottobre 1799 viene decapitato a Napoli, baciando il boia e perdonando tutti. Nel 1806, con l’abolizione della feudalità e la creazione dei comuni, sotto il regno di Giuseppe Bonaparte, l’Università di Striano viene divisa in due comuni Striano e Poggiomarino, suo antico casale nato nel 1600. Nel 1808 i due comuni vengono unificati e Poggiomarino da antico casale diviene capoluogo. L’anno successivo Striano si rese autonomo da Poggiomarino.

In seguito all’editto napoleonico di Saint Cloud, nel 1867 anche Striano ebbe il suo camposanto costruito intorno alla primitiva Chiesa Parrocchiale di San Severino, divenuta intanto cappella del Cimitero.
Il paese non restò estraneo né ai moti rivoluzionari del XIX secolo. Tra i personaggi strianesi importanti abbiamo Beniamino Marciano, professore di Lettere che grazie a Giuseppe Garibaldi conobbe la rivoluzionaria Antonietta De Pace, che successivamente sposò con rito civile nel comune di Napoli.
Il 28 dicembre 1904 viene inaugurato il tronco ferroviario della Circumvesuviana Napoli-Ottaviano-Sarno, con trazione a vapore.
Fino al 1927 Striano fece parte dell’antica Provincia di Terra di Lavoro, Distretto di Nola, Circondario di Palma Campania. Nel 1930 il comune non possedeva alcun edificio scolastico. Il podestà del tempo Giovanni D’Anna nel 1935 fece costruire una enorme struttura che ospitò le scuole elementari e l’asilo infantile. Tale edificio fu distrutto durante la seconda guerra mondiale dai tedeschi in ritirata. Furono danneggiate anche la facciata ed il campanile della chiesa di San Giovanni Battista, il palazzo municipale e numerose abitazioni. Con l’avvento della repubblica, insieme alla tradizionale agricoltura, si sviluppò l’artigianato, il commercio e la piccola industria.

La Storia

Il centro era abitato fin da epoca preromana, come dimostra il rinvenimento di una necropoli del villaggio sorto nell’Età del ferro e nel successivo periodo detto “orientalizzante”, cioè tra il IX e il VI secolo a.C.
I primi abitatori del villaggio furono gli Opici, popolazioni indigene, che dissodarono il terreno e introdussero le prime e più redditizie colture: cereali, vite, olivi. A queste si sostituirono gli Etruschi, i Sanniti e poi i Romani. In età sannitica, il fertile territorio irrigato dal Sarno vide la realizzazione delle prime ville rustiche, vere e proprie aziende agricole.
Il grande terremoto del 62 d.C. e la successiva eruzione del Vesuvio del 24 agosto del 79 d.C., che seppellì parte delle campagne sotto una spessa coltre di lapillo e cenere, portarono morte e desolazione, costringendo la popolazione a scappare, abbandonando le fertili terre. Cominciò così per il villaggio un periodo di buio assoluto. Nel III – IV secolo la vita riprese; le ville rustiche ripresero la loro attività. Queste ville tardo-imperiali erano fornite di una pars dominica, diretto possesso del proprietario e una pars massaricia assegnata ai coloni-servi della gleba.

Nel 1066 viene eretta la diocesi di Sarno dall’arcivescovo di Salerno Alfano I, con la bolla convalidata da Papa Alessandro II, dove vengono specificati i confini della diocesi. Tra questi troviamo il toponimo Histricanum, che indicava il territorio alla destra del fiume Sarno, disseminato di capanne di paglia e fango, abitate da agricoltori e pastori. In una pergamena del 1107 del Monastero di Sant’Angelo in Formis il territorio strianese viene definito come una immensa palude estesa dal fiume Sarno ai limiti della foresta della Sylva Mala (nei pressi di Boscoreale). Ruggero, Signore di Lauro e di Striano, proprietario dei pascoli nella palude al Frasso di Striano, lo dona a Bonomo, priore della chiesa di San Pietro di Scafati.
L’inizio di una vera e propria ripresa di vita si ebbe solamente dal 1123 con la donazione fatta ai monaci benedettini del Monastero dei Santi Severino e Sossio di Napoli, da parte del Vescovo di Nola, Guglielmo, della chiesa di San Michele Arcangelo con l’annessa masseria. Grazie all’opera dei Benedettini, i terreni macchiosi vennero disboscati e furono rese coltivabili le aree paludose e migliorate le colture esistenti.
Nel 1188 il conte di Caserta Guglielmo di Lauro e il figlio Roberto, signori di Striano, concessero a Ruggero, abate del monastero dei santi Severino e Sossio di Napoli, e ai suoi successori, la facoltà di costruire mulini nel casale di Striano. Si formò così il vero e proprio centro abitato di Striano. Nel 1225 il territorio di Striano che da un secolo faceva parte della contea di Caserta, passò alla contea di Sarno in seguito all’arresto dei conti di Caserta da parte dell’Imperatore Federico XI. Così il conte di Sarno, Roberto I Vohburg divenne così anche signore del casale di Striano.

In epoca angioina, nel 1270, fu eretta la chiesa regia di San Severino Abate e nominato rettore don Simone de Foresta. Dal 1200 al 1400 Striano è appartenuto a diversi feudi e contee. Sotto gli Orsini il borgo fu cinto di mura munite di due porte di accesso: la Porta civica di San Nicola, unica superstite, e la Porta civica di Minicone. Nasce tra il 1400 e il 1500 l’Università della Terra di Striano, una comunità autonoma simile al moderno comune, con a capo un Sindaco e due eletti. Tale comunità si basava su di uno statuto municipale del XV secolo. Nel 1520 Striano passò al Marchese di Castellaneta e Vescovo di Catania, Nicola Maria Caracciolo, che lo tenne fino al 1529 fino alla confisca da parte degli Spagnoli, in quanto, vittoriosi sui Francesi, aveva parteggiato per questi ultimi.
Nel 1698 Striano diviene possesso della famiglia De Marinis (o Marino) fino all’abolizione della feudalità.
La città è stata travolta nel 1707 dalla caduta abbondante di piroclasti insieme ai comuni di Scafati, Torre del Greco e Boscotrecase. Danni alle coltivazioni, centinaia di feriti.
Il 12 febbraio 1718 il feudo della famiglia Marino si fregia del titolo di Principato.
Nel 1799 il principe Filippetto Marino prese parte attiva nei moti della Repubblica napoletana a favore dei francesi. Al ritorno dei Borboni nel regno, il 1º ottobre 1799 viene decapitato a Napoli, baciando il boia e perdonando tutti. Nel 1806, con l’abolizione della feudalità e la creazione dei comuni, sotto il regno di Giuseppe Bonaparte, l’Università di Striano viene divisa in due comuni Striano e Poggiomarino, suo antico casale nato nel 1600. Nel 1808 i due comuni vengono unificati e Poggiomarino da antico casale diviene capoluogo. L’anno successivo Striano si rese autonomo da Poggiomarino.

In seguito all’editto napoleonico di Saint Cloud, nel 1867 anche Striano ebbe il suo camposanto costruito intorno alla primitiva Chiesa Parrocchiale di San Severino, divenuta intanto cappella del Cimitero.
Il paese non restò estraneo né ai moti rivoluzionari del XIX secolo. Tra i personaggi strianesi importanti abbiamo Beniamino Marciano, professore di Lettere che grazie a Giuseppe Garibaldi conobbe la rivoluzionaria Antonietta De Pace, che successivamente sposò con rito civile nel comune di Napoli.
Il 28 dicembre 1904 viene inaugurato il tronco ferroviario della Circumvesuviana Napoli-Ottaviano-Sarno, con trazione a vapore.
Fino al 1927 Striano fece parte dell’antica Provincia di Terra di Lavoro, Distretto di Nola, Circondario di Palma Campania. Nel 1930 il comune non possedeva alcun edificio scolastico. Il podestà del tempo Giovanni D’Anna nel 1935 fece costruire una enorme struttura che ospitò le scuole elementari e l’asilo infantile. Tale edificio fu distrutto durante la seconda guerra mondiale dai tedeschi in ritirata. Furono danneggiate anche la facciata ed il campanile della chiesa di San Giovanni Battista, il palazzo municipale e numerose abitazioni. Con l’avvento della repubblica, insieme alla tradizionale agricoltura, si sviluppò l’artigianato, il commercio e la piccola industria.

Stemma comune di Striano

La Storia

Il centro era abitato fin da epoca preromana, come dimostra il rinvenimento di una necropoli del villaggio sorto nell’Età del ferro e nel successivo periodo detto “orientalizzante”, cioè tra il IX e il VI secolo a.C.
I primi abitatori del villaggio furono gli Opici, popolazioni indigene, che dissodarono il terreno e introdussero le prime e più redditizie colture: cereali, vite, olivi. A queste si sostituirono gli Etruschi, i Sanniti e poi i Romani. In età sannitica, il fertile territorio irrigato dal Sarno vide la realizzazione delle prime ville rustiche, vere e proprie aziende agricole.
Il grande terremoto del 62 d.C. e la successiva eruzione del Vesuvio del 24 agosto del 79 d.C., che seppellì parte delle campagne sotto una spessa coltre di lapillo e cenere, portarono morte e desolazione, costringendo la popolazione a scappare, abbandonando le fertili terre. Cominciò così per il villaggio un periodo di buio assoluto. Nel III – IV secolo la vita riprese; le ville rustiche ripresero la loro attività. Queste ville tardo-imperiali erano fornite di una pars dominica, diretto possesso del proprietario e una pars massaricia assegnata ai coloni-servi della gleba.

Nel 1066 viene eretta la diocesi di Sarno dall’arcivescovo di Salerno Alfano I, con la bolla convalidata da Papa Alessandro II, dove vengono specificati i confini della diocesi. Tra questi troviamo il toponimo Histricanum, che indicava il territorio alla destra del fiume Sarno, disseminato di capanne di paglia e fango, abitate da agricoltori e pastori. In una pergamena del 1107 del Monastero di Sant’Angelo in Formis il territorio strianese viene definito come una immensa palude estesa dal fiume Sarno ai limiti della foresta della Sylva Mala (nei pressi di Boscoreale). Ruggero, Signore di Lauro e di Striano, proprietario dei pascoli nella palude al Frasso di Striano, lo dona a Bonomo, priore della chiesa di San Pietro di Scafati.
L’inizio di una vera e propria ripresa di vita si ebbe solamente dal 1123 con la donazione fatta ai monaci benedettini del Monastero dei Santi Severino e Sossio di Napoli, da parte del Vescovo di Nola, Guglielmo, della chiesa di San Michele Arcangelo con l’annessa masseria. Grazie all’opera dei Benedettini, i terreni macchiosi vennero disboscati e furono rese coltivabili le aree paludose e migliorate le colture esistenti.
Nel 1188 il conte di Caserta Guglielmo di Lauro e il figlio Roberto, signori di Striano, concessero a Ruggero, abate del monastero dei santi Severino e Sossio di Napoli, e ai suoi successori, la facoltà di costruire mulini nel casale di Striano. Si formò così il vero e proprio centro abitato di Striano. Nel 1225 il territorio di Striano che da un secolo faceva parte della contea di Caserta, passò alla contea di Sarno in seguito all’arresto dei conti di Caserta da parte dell’Imperatore Federico XI. Così il conte di Sarno, Roberto I Vohburg divenne così anche signore del casale di Striano.

In epoca angioina, nel 1270, fu eretta la chiesa regia di San Severino Abate e nominato rettore don Simone de Foresta. Dal 1200 al 1400 Striano è appartenuto a diversi feudi e contee. Sotto gli Orsini il borgo fu cinto di mura munite di due porte di accesso: la Porta civica di San Nicola, unica superstite, e la Porta civica di Minicone. Nasce tra il 1400 e il 1500 l’Università della Terra di Striano, una comunità autonoma simile al moderno comune, con a capo un Sindaco e due eletti. Tale comunità si basava su di uno statuto municipale del XV secolo. Nel 1520 Striano passò al Marchese di Castellaneta e Vescovo di Catania, Nicola Maria Caracciolo, che lo tenne fino al 1529 fino alla confisca da parte degli Spagnoli, in quanto, vittoriosi sui Francesi, aveva parteggiato per questi ultimi.
Nel 1698 Striano diviene possesso della famiglia De Marinis (o Marino) fino all’abolizione della feudalità.
La città è stata travolta nel 1707 dalla caduta abbondante di piroclasti insieme ai comuni di Scafati, Torre del Greco e Boscotrecase. Danni alle coltivazioni, centinaia di feriti.
Il 12 febbraio 1718 il feudo della famiglia Marino si fregia del titolo di Principato.
Nel 1799 il principe Filippetto Marino prese parte attiva nei moti della Repubblica napoletana a favore dei francesi. Al ritorno dei Borboni nel regno, il 1º ottobre 1799 viene decapitato a Napoli, baciando il boia e perdonando tutti. Nel 1806, con l’abolizione della feudalità e la creazione dei comuni, sotto il regno di Giuseppe Bonaparte, l’Università di Striano viene divisa in due comuni Striano e Poggiomarino, suo antico casale nato nel 1600. Nel 1808 i due comuni vengono unificati e Poggiomarino da antico casale diviene capoluogo. L’anno successivo Striano si rese autonomo da Poggiomarino.

In seguito all’editto napoleonico di Saint Cloud, nel 1867 anche Striano ebbe il suo camposanto costruito intorno alla primitiva Chiesa Parrocchiale di San Severino, divenuta intanto cappella del Cimitero.
Il paese non restò estraneo né ai moti rivoluzionari del XIX secolo. Tra i personaggi strianesi importanti abbiamo Beniamino Marciano, professore di Lettere che grazie a Giuseppe Garibaldi conobbe la rivoluzionaria Antonietta De Pace, che successivamente sposò con rito civile nel comune di Napoli.
Il 28 dicembre 1904 viene inaugurato il tronco ferroviario della Circumvesuviana Napoli-Ottaviano-Sarno, con trazione a vapore.
Fino al 1927 Striano fece parte dell’antica Provincia di Terra di Lavoro, Distretto di Nola, Circondario di Palma Campania. Nel 1930 il comune non possedeva alcun edificio scolastico. Il podestà del tempo Giovanni D’Anna nel 1935 fece costruire una enorme struttura che ospitò le scuole elementari e l’asilo infantile. Tale edificio fu distrutto durante la seconda guerra mondiale dai tedeschi in ritirata. Furono danneggiate anche la facciata ed il campanile della chiesa di San Giovanni Battista, il palazzo municipale e numerose abitazioni. Con l’avvento della repubblica, insieme alla tradizionale agricoltura, si sviluppò l’artigianato, il commercio e la piccola industria.

Stemma comune di Striano

Iniziative culturali e folkloristiche

Carnevale Strianese: manifestazione per eccellenza.
Festa dell’Anziano: si svolge il 13 giugno di ogni anno, a partire dal 1989, nella solennità liturgica di San Antonio di Padova.
Pedalata Ecologica: si tiene ogni anno, una manifestazione dedicata al rispetto dell’ambiente.
Sagra del pomodoro San Marzano DOP: manifestazione culinaria dedicata ad uno dei migliori prodotti tipici strianesi.
Solenni Festeggiamenti in onore di San Severino abate, patrono della città.
Solenni Festeggiamenti in onore della Beata Vergine Maria dell’Arco, protettrice del rione Arco.
O Focaron: Il tradizionale falò di Sant’Antonio abate del 17 gennaio.
Festeggiamenti del 25 aprile e del 4 novembre.
Commemorazione del Tricolore (7 gennaio): Striano unica città in Italia a celebrare la bandiera italiana assieme a Reggio Emilia.

Gemellaggi

Striano è gemellata con :
– San Lorenzello, dal 2010;
– San Severo, dal 2006, gemellaggio morale della Parrocchia di San Giovanni Battista;
– Frattamaggiore, dal 2006, gemellaggio morale della Parrocchia di San Giovanni Battista;
– Viareggio, dal 2011, gemellaggio del carnevale;

Stemma comune di Striano

Iniziative culturali e folkloristiche

Carnevale Strianese: manifestazione per eccellenza.
Festa dell’Anziano: si svolge il 13 giugno di ogni anno, a partire dal 1989, nella solennità liturgica di San Antonio di Padova.
Pedalata Ecologica: si tiene ogni anno, una manifestazione dedicata al rispetto dell’ambiente.
Sagra del pomodoro San Marzano DOP: manifestazione culinaria dedicata ad uno dei migliori prodotti tipici strianesi.
Solenni Festeggiamenti in onore di San Severino abate, patrono della città.
Solenni Festeggiamenti in onore della Beata Vergine Maria dell’Arco, protettrice del rione Arco.
O Focaron: Il tradizionale falò di Sant’Antonio abate del 17 gennaio.
Festeggiamenti del 25 aprile e del 4 novembre.
Commemorazione del Tricolore (7 gennaio): Striano unica città in Italia a celebrare la bandiera italiana assieme a Reggio Emilia.

Gemellaggi

Striano è gemellata con :
– San Lorenzello, dal 2010;
– San Severo, dal 2006, gemellaggio morale della Parrocchia di San Giovanni Battista;
– Frattamaggiore, dal 2006, gemellaggio morale della Parrocchia di San Giovanni Battista;
– Viareggio, dal 2011, gemellaggio del carnevale;

Stemma comune di Striano

Iniziative culturali e folkloristiche

Carnevale Strianese: manifestazione per eccellenza.
Festa dell’Anziano: si svolge il 13 giugno di ogni anno, a partire dal 1989, nella solennità liturgica di San Antonio di Padova.
Pedalata Ecologica: si tiene ogni anno, una manifestazione dedicata al rispetto dell’ambiente.
Sagra del pomodoro San Marzano DOP: manifestazione culinaria dedicata ad uno dei migliori prodotti tipici strianesi.
Solenni Festeggiamenti in onore di San Severino abate, patrono della città.
Solenni Festeggiamenti in onore della Beata Vergine Maria dell’Arco, protettrice del rione Arco.
O Focaron: Il tradizionale falò di Sant’Antonio abate del 17 gennaio.
Festeggiamenti del 25 aprile e del 4 novembre.
Commemorazione del Tricolore (7 gennaio): Striano unica città in Italia a celebrare la bandiera italiana assieme a Reggio Emilia.

Gemellaggi

Striano è gemellata con :
– San Lorenzello, dal 2010;
– San Severo, dal 2006, gemellaggio morale della Parrocchia di San Giovanni Battista;
– Frattamaggiore, dal 2006, gemellaggio morale della Parrocchia di San Giovanni Battista;
– Viareggio, dal 2011, gemellaggio del carnevale;

Stemma comune di Striano

Monumenti e luoghi di interesse a Striano

Chiesa madre di San Giovanni Battista

La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista è il principale luogo di culto cattolico parrocchiale di Striano nella città metropolitana di Napoli. Sede della chiesa matrice, appartenente alla Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è collocata nella centralissima Piazza IV Novembre e rappresenta il cuore storico e religioso della città. L’istituzione della Chiesa di San Giovanni risale al Medioevo. Nella bolla dell’Arcivescovo di Salerno Alfano I del 1066 sono riportati i confini della Diocesi di Sarno e i Comuni che sono sotto la sua giurisdizione tra cui Striano. Tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo viene costruita la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo nell’abitato di Striano; in questo periodo la giurisdizione passa ai Vescovi di Nola. Nel 1123 sotto i Feudatari di Striano i Conti di Caserta Guglielmo Sanseverino e il figlio Roberto, la chiesa viene donata al Monastero Benedettino dei Santi Severino e Sossio di Napoli da parte del Vescovo di Nola Guglielmo. Nel 1223 i Feudatari di Striano vengono sospettati di schierarsi a favore di Ottone IV, e sono arrestati da Federico II, così il territorio di Striano ritorna sotto la giurisdizione dei Conti di Sarno. Nel 1277 il povero villaggio di Striano viene donato al Monastero di Santa Maria di Real Valle dal Re Carlo I d’Angiò, da lui edificato nei pressi di Scafati e custodito dai monaci cistercensi. Agli inizi del Cinquecento la fatiscente chiesa medievale di San Michele Arcangelo, viene demolita e sulle sue rovine ne viene costruita una nuova, dedicata a San Giovanni Battista. Infatti sia il testo di una lapide marmorea, oggi collocata nel transetto destro, che quello di un testamento ci fanno ipotizzare che l’edificazione del tempio sia avvenuta proprio intorno alla metà del XVI secolo. Subisce vari interventi di restauro a seguito dei terremoti ed eruzioni del Vesuvio. Durante la seconda guerra mondiale, precisamente il 27 settembre 1943, i Tedeschi in ritirata minano la chiesa e il campanile, causando il crollo della facciata e del campanile: vengono danneggiati l’organo del Settecento composto da circa mille canne in argento e rame, l’antico battistero proveniente dalla Chiesa di San Severino Abate e diversi oggetti sacri. Il 17 e 18 aprile 2010 la chiesa ha ospitato l’urna contenente il corpo di San Severino abate, proveniente in peregrinatio da Frattamaggiore, un evento di grazia unico per la città di Striano. L’8 gennaio 2013, solennità di San Severino abate, Apostolo del Norico e patrono della città di Striano, viene inaugurata, dopo dieci anni, la nuova casa canonica e i locali parrocchiali annessi.
Architettura ed arte della chiesa madre:
La Chiesa di San Giovanni Battista presenta una pianta a croce latina con un’unica navata. Essa rappresenta per la città di Striano un vero e proprio scrigno d’arte. Tra le opere di maggiore rilevanza artistica abbiamo la Pala d’altare della Madonna col Bambino tra i Santi Severino Abate e Sossio Levita e Martire (Protasio Crivelli, 1506), la Statua della Madonna di Costantinopoli (XV sec.) e i preziosi dipinti della Volta della Sacrestia (Ambito Napoletano, XVIII sec. – Dipinti murali a secco su intonaco).
Per maggiori informazioni consulta il sito ufficiale della parrocchia: www.parrocchiasgbstriano.com

Porta civica di San Nicola - Arco di Striano

La Porta civica di San Nicola o Arco di Striano è l’unica porta superstite della cinta muraria che racchiudeva l’antico borgo di Striano, nella città metropolitana di Napoli. Situato a nord del centro storico della cittadina, principalmente in largo Arco, rappresenta il monumento principale e il simbolo della città. Oggi è di proprietà del Comune ed è vincolato con legge 1/6/1939 n.1089. Fu eretto nella seconda metà del XV secolo sotto gli Orsini, conti di Nola, allorquando il borgo fu cinto di mura e munito di due porte d’accesso, costruite nelle strade che conducevano a Palma Campania e al bosco di Sylma Mala, dove nel 1600 nascerà Taverna Penta, attuale Poggiomarino, frazione di Striano fino al 1806. Le due porte venivano aperte alle prime luci dell’alba e serrate ad un’hora di notte. L’arco insistente sulla strada che conduce a Poggiomarino, detto comunemente di Minicone, venne abbattuto nel 1925. La porta di via Palma, in documenti dell’archivio diocesano di Sarno, è appellata Porta del Carmine. Nel Catasto onciario della Terra di Striano, redatto nel 1748, la porta è detta Arco di Santo Nicola dal nome della strada su cui insiste. Nel 1948 vengono apposte sulla facciata della maioliche di Vietri raffiguranti soggetti sacri riferiti alla Madonna dell’Arco, a devozione del popolo strianese.

Platano bisecolare

Nome scientifico Piatanus orientalis, sito in piazza Giovanni D’Anna, si tratta di un albero di rara bellezza e gran valore storico-culturale. Gli studiosi che lo hanno analizzato lo fanno risalire a due secoli fa, secondo alcune testimonianze potrebbe essere stato piantato intorno agli anni Venti dell’Ottocento. Gli strianesi lo chiamano ‘o frasso’, forse perché anticamente veniva confuso con un frassino oppure perché il territorio che conduceva alla foresta Sylva Mala veniva denominato ad fraxuni. Ad avvalorare quest’ultima tesi sono stati rinvenuti, da storici locali, documenti risalenti al XII secolo.

Centro storico di Striano

Il centro storico di Striano è diviso in quattro rioni che uniti a Saudone (fuori dal centro storico) vengono rappresentati dai carri allegorici del Carnevale.
Il centro storico di Striano ha una forma circolare e le strade principali formano la circonferenza del centro abitato. Dalle strade si diramano numerosi cortili, vicoletti e portoni, caratteristici del posto, dove è possibile trovare le tipiche case strianesi, soprattutto nel cortile Casale, primo nucleo urbano, dove ritroviamo le case con le scale esterne, talvolta coperte, il pozzo e il forno del cortile dove una volta venivano preparati i casatielli strianesi, un panino di granturco, tipica pietanza pasquale con sugna, formaggio e pepe. All’interno del cortile Casale è possibile trovare i resti di una colonna di un tempio romano, dato che Striano è stata costruita sulle fondamenta della necropoli dell’antica Pompei.
Passeggiando per il centro storico si può ammirare il Palazzo Baronale, oggi De Sparano-Pisani, la Chiesa del SS. Crocifisso, la Chiesa Madre, la Porta Civica di San Nicola, Il Platano Bisecolare e il Museo Civico, che conserva numerose opere della civiltà contadina che da sempre ha caratterizzato l’economia strianese.

Altri monumenti e luoghi di interesse
  • Chiesa Parrocchiale di San Severino Abate in via Sarno.
  • Chiesa Congregatizia del Santissimo Crocifisso in via Nazario Sauro.
  • Chiesa della Beata Vergine Maria de’ Sette Pianti in via Don Raffaele Sorvillo.
  • Cappella della Beata Vergine Maria di Costantinopoli in via Palma.
  • Resti della Porta civica di Minicone in via Roma.
  • Resti di una colonna di un Tempio romano presso il cortile Casale.
  • Vita del cortile strianese – Trompe-l’œil di Antonio Belfiore presso il villaggio del bambino in via Roberto Serafino.
  • Monumento alla Pace e alla Speranza (Monumento ai Caduti) in piazza Caduti di tutte le Guerre.
  • Villa De’ Sparano – Pisani (antico Palazzo baronale) in via Nazario Sauro.
  • Palazzo Perna (antico Palazzo municipale) in via Foce – largo Marzo.